Onorare la morte, celebrare la vita

Onorare la morte, celebrare la vita

02 Novembre 2017

Credo che anche giornate come quella di oggi servano a ricordarci di onorare la morte, non come spauracchio ma anzi, per celebrare la vita.

“Nella vecchia Cina molti tenevano in casa la loro bara per ricordarsi della propria mortalità; alcuni ci si mettevano dentro quando dovevano prendere decisioni importanti, come per avere una migliore prospettiva sulla transitorietà del tutto. Perché non fingere per un attimo di essere ammalati, di avere i giorni contati – come in verità si hanno comunque – per renderci conto di quanto preziosi siano quei giorni?” (“Un altro giro di giostra”, Tiziano Terzani).

Il tema è sicuramente delicato, ma troppo spesso viene trattato al pari di un tabù: non se ne può parlare apertamente, è circondato da un alone di superstizione, viene sovente esorcizzato con battute e gesti scaramantici. Eppure, la morte è parte integrante della vita, oserei dire che è proprio ciò che le dà il senso più profondo.

Perché allora non approfittare della ricorrenza di oggi per celebrare tutti i giorni che hai vissuto finora, nel bene e nel male? Perché non rendere omaggio anche agli antenati, grazie ai quali è stato possibile per te aprire gli occhi al mondo? Perché non dedicare un po’ più di tempo del solito alla memoria di chi ci ha percorso con te una parte del cammino, e poi si è avventurato in luoghi che non ti è ancora dato conoscere?

Ancora una volta, osserva la natura: con quanta grazia gli alberi si spogliano di ciò che ormai ha compiuto il suo tempo, per prepararsi ad accogliere quello che verrà. E le foglie cadute diventano nutrimento, tornano in un’altra forma ad essere linfa vitale. Se così non fosse, la rinascita in primavera non sarebbe possibile.

Questo tempo in cui anche le giornate sono più corte può aiutarti a riflettere su cosa ormai ha compiuto il suo destino, ed è quindi giusto lasciar andare. Ma è anche un ottimo periodo per riflettere su quali sono i semi del nuovo che è necessario piantare ora, perché possano maturare nei prossimi mesi e sbocciare rigogliosi nella tiepida luce primaverile.

Se sei un tipo avventuroso, potresti spingerti a simulare una conversazione con il tuo sé alla fine dei suoi giorni: avrebbe fatto qualcosa di diverso? Di cosa è felice? Questo esercizio spesso mi è servito a prendere decisioni che mi spaventavano, ma che la prospettiva di un grande rimpianto mi ha aiutato a vincere.

Buon 2 novembre!

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