Messaggi in bottiglia e Empowerment

Messaggi in bottiglia e Empowerment

15 Maggio 2024

A volte gli unici riscontri che ho da Elisir, la mia newsletter mensile, sono le notifiche di chi si disiscrive dalla mailing list.

Ammetto di rimanerci un po’ male, per qualche secondo.
Poi penso a tutte le liste dalle quali mi sono cancellata, non tanto perché non mi piacesse quello che ricevevo, ma semplicemente perchè non ero più interessata al tema o la risonanza iniziale era passata, e la delusione svanisce.

Penso anche a tutte quelle volte in cui ciò che leggo è molto interessante, mi piace e mi fa anche bene…eppure non rispondo al/la mittente.
Magari sono in movimento, magari vorrei pensare con cura alla risposta ma poi mi perdo via, magari penso “tanto non leggerà mai”, e non scrivo.

Ricordare questo mi aiuta a tenere a bada la sensazione, non proprio gratificante, di scrivere messaggi in bottiglia che chissà se e quando verranno aperti.

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Sentire l’emozione, riconoscerla, nominarla, accoglierla E, con curiosità, chiederci se i pensieri che l’hanno generata sono costruttivi o distruttivi è un processo metacognitivo che si può allenare, anche grazie a pratiche come il coaching e al suo uso di domande potenzianti.

Il vantaggio primario di questa pratica di consapevolezza è il benessere individuale che se ne ricava.

Uscendo dalla schiavitù dei meccanismi reattivi infatti:

– è più facile prevenire i conflitti
– si esce più velocemente da stati d’animo che creano disagio
– si crea uno spazio emotivo e mentale che permette di scegliere più lucidamente come rispondere allo stimolo/trigger, invece di lasciar “scatenare la pancia”.

Anche questo è empowerment.
Che non significa diventare imperturbabili, ma “semplicemente” riconoscere il potere dell’alleanza fra mente e corpo e coltivare la competenza, che chiamare soft è davvero riduttivo, della selfleadership.

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