Afrodite, l’8 marzo e l’empowerment

Afrodite, l’8 marzo e l’empowerment

06 Marzo 2024

Fra due giorni sarà l’8 marzo e inizieranno a fioccare mimose, auguri e retorica spicciola, quindi quest’anno ho deciso di giocare d’anticipo e, idealmente, prenderla da un angolo un po’ insolito.

Le associazioni di idee più comuni, quando si parla di Afrodite (Venere nella Roma antica), sono legate all’amore, alla bellezza e, quando va bene, al dipinto di Botticelli che ne ritrae la nascita in un’allegoria di fiori e flutti.


Aspetti che in effetti caratterizzano le narrazioni più note di questo mito, ma che secondo me non sono i più interessanti.

Se infatti vogliamo leggere la storia di Afrodite attraverso la chiave dell’empowerment, scopriamo che questo è un archetipo dell’amore, sì, ma in primis quello rivolto verso di sé.

Nonostante le diverse attribuzioni di mariti, amanti e innumerevoli figli, le sculture e le rappresentazioni artistiche di Afrodite la ritraggono sempre sola e spesso fieramente nuda.

L’acqua, dalla quale proviene e di cui è circondata in molte immagini, è metafora di un principio creativo universale che, come tale, non ha genere, né è sessualizzato.
La bellezza che rappresenta è quella della consapevolezza di sè e del proprio valore.

Perché parlare di Afrodite in un post che fa riferimento all’8 marzo?
Perché la sua storia di empowerment ha molto in comune con la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne.

Fra questi diritti, infatti, c’è anche quello di scegliere se, come e chi amare,
anche senza finalità procreative.
E sentendosi pienamente donne (persone!) anche se non si è madri.

Se quest’ultimo concetto sembra ovvio, invito a leggere i commenti sotto i post che riportano la notizia dell’inserimento, nella costituzione francese, del diritto all’aborto.
Altro che “siamo nel 2024”.
Presto leggerò il libro di Ilaria Maria Dondi “Libere di scegliere se e come avere figli”, e ho scritto la mia esperienza con la (mancata) maternità nel mio libro

L’amore per sé regala anche quello per la libertà: dalle convenzioni, dagli stereotipi, dalle aspettative.
Ecco, se proprio dovessi fare un augurio, vorrei che fosse questo.

Grazie se vorrai aggiungere le tue riflessioni e considerazioni su questo tema nei commenti!

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