Ci sono molti modi di dire “ti amo”: a parole, con un abbraccio, con un regalo… sembra però che ce ne sia uno speciale per far sentire l’altro veramente amato. È la teoria di Gary Chapman, autore de “I cinque linguaggi dell’amore” che ho appena finito di leggere nell’ambito delle mie ricerche sulla relazione di coppia, su ciò che può renderla duratura (almeno più di una confezione di ceci in scatola, dai che sono ottimista!) e migliorare la nostra vita.
Il libro non è proprio recentissimo e ci sono un po’ troppi riferimenti religiosi per i miei gusti, ma a parte questo mi sento di salvare la maggior parte del contenuto, almeno come spunto di riflessione. Ritengo infatti verosimile che ognuno di noi abbia un canale preferenziale attraverso il quale l’amore diventa un’esperienza davvero molto appagante. E che, viceversa, se quel canale non viene utilizzato, non ci sono rose o cioccolatini che possano alleviare la sensazione di solitudine o di abbandono.
Così come una macchina col serbatoio in riserva non andrà lontano, allo stesso modo il nostro cuore svuotato dalla routine e dalla mancanza d’amore potrebbe arrendersi (o andare a fare il pieno altrove). Ecco quindi quali sono i 5 linguaggi dell’amore, come puoi scoprire qual è il tuo e quello del partner e come puoi utilizzarli anche per provare a rivitalizzare una relazione un po’ sofferente.
1. Affermazioni
Il linguaggio delle affermazioni include parole di lode, approvazione, attestazioni di rispetto e sostegno che permettono a chi le riceve di rinforzare la propria autostima, essere confermato nel proprio valore e sapere che i propri sforzi vengono notati ed apprezzati. Spesso si tratta di persone che fanno della performance (sportiva, economica, culturale) un punto di forza della propria vita, o che si sono trovate a dover appagare genitori molto esigenti impegnandosi ad essere “le prime”. Se il partner fa mancare il suo sostegno con affermazioni poco incoraggianti o, peggio, nei momenti di conflitto ricorre al biasimo (uno dei 4 cavalieri dell’apocalisse amorosa), la ferita inflitta sarà molto più grave di un pugno nello stomaco dopo il pranzo di Natale.
2. Tempo di qualità
Il tempo di qualità, questo sconosciuto. Puoi tranquillamente incolpare cellulari e social media per l’estinzione quasi completa di un’ora ininterrotta di attenzione incondizionata per il partner. Forse si salva solo il dentista, sarà per quello che è felice.
Per le persone il cui linguaggio è il tempo di qualità, sono tempi durissimi. E pensare che basterebbe poco: una colazione con calma la domenica mattina, una cenetta intima coi cellulari in modalità aereo o almeno i bimbi dai nonni, la televisione spenta a cena… Qualunque cosa possa permettere loro di dire: “sono qui con te, e non conta nient’altro in questo momento”.
3. Regali
Lo so, lo so, adesso mi dirai di rimangiarmi la storia dei diamanti e dei vetrini in spiaggia… e invece no. Soprattutto se hai bambini piccoli o gatti, sai che il linguaggio dei regali può far esplodere un cuore di gioia, anche quando si tratta di un pezzo di biscotto bausciato o di una povera lucertola agonizzante (ecco, magari non prendermi alla lettera in quest’ultimo caso, a meno che tu non abbia un partner sadico).
Spesso infatti non sono i regali costosi quelli più apprezzati, ma quelli che testimoniano attenzione alle preferenze o uno sforzo particolare nel realizzarli (tutto ciò che è fatto a mano, ad esempio).
Quando lei si arrabbia perché ti sei dimenticato l’anniversario, in realtà non gliene frega niente della borsa di Hermès: le bastava un portachiavi riciclato dall’ultima festa aziendale, ma intriso del tuo amore. Dai che ce la puoi fare al prossimo compleanno…
4. Atti di servizio
Il linguaggio degli atti di servizio (traduzione pessima) include: buttare la spazzatura, cambiare la lettiera al gatto/portare fuori il cane con la pioggia, lavare i piatti dopo la serata con gli amici… tutte quelle attività, insomma, che se potessi riscrivere la Divina Commedia avrebbero un loro girone dedicato nell’inferno. E invece le fai, per amore. E tanto più ti pesa, ma sai che all’altro fa piacere, tanto sale il livello della ricarica del suo serbatoio di appagamento emotivo. Chiaramente, si presuppone che i tuoi gesti siano dettati appunto dall’amore, e non usati come arma di ricatto per ottenere quello che vuoi: la posta in gioco è la felicità del partner, che sarà quindi contento di poter contraccambiare spontaneamente. La raccolta punti lasciamola alla spesa…
5. Contatto fisico
Il linguaggio del contatto fisico è il più frequentemente frainteso, perché sì, include il sesso, ma anche carezze, abbracci, massaggi ai piedi, grattini sulla schiena, passeggiate mano nella mano…
È quindi una modalità sia maschile che femminile di manifestare amore, solo che spesso viene espressa in modi diversi. Per le donne, generalmente, il sesso arriva come naturale conseguenza del fatto di sentirsi amate, apprezzate, desiderate. Per gli uomini, viceversa, il sesso è generalmente la garanzia che tutto funziona, e quindi poi ci possono stare anche le coccole e i massaggini. Siccome spesso l’intimità fisica è la prima a saltare quando le cose non funzionano, meglio assicurarsi che il serbatoio emotivo dell’altro sia pieno il più spesso possibile; le probabilità di “andare in bianco” caleranno drasticamente.
Come dici “ti amo”? E come vuoi sentirtelo dire?
Spesso succede che usiamo il nostro linguaggio dell’amore per esprimere i sentimenti che ci animano: se a me piace ricevere regali, è molto probabile che ne farò spesso al partner per fargli sentire tutto il mio affetto. Se però lui/lei parla il linguaggio del tempo di qualità, davvero non c’è diamante o borsa di Hermès che tenga. Spendi l’equivalente per un weekend romantico, e otterrai il risultato che volevi.
Se sei indeciso su quale sia il tuo linguaggio dell’amore preferenziale, prova a pensare a cosa ti mancherebbe di più se venisse a mancare, oppure di cosa ti lamentavi più spesso con l’ex (o magari tuttora col partner). Le recriminazioni sono l’indicatore più evidente del fatto che è troppo tempo che non ti senti dire “ti amo” nella tua lingua.
Ad amare si impara?
Esattamente come per le lingue straniere, anche il linguaggio dell’amore può essere una competenza che si apprende nel tempo e con la pratica all’interno della relazione di coppia. E il bello è che tu e il partner potete insegnarvi a vicenda come fare a rendervi più felici!
Chiedigli quali sono i momenti in cui si sente più amato, cosa gli fa sentire che davvero tutte le tue energie sono spese per riempire il suo serbatoio emotivo, e digli come lui/lei può fare altrettanto.
Di nuovo, niente manipolazioni o ricatti… sarebbe come mettere benzina annacquata nel motore; poi non sorprenderti se va tutto in fumo.